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Quella sorta di intesa speciale madre-figlio fa sì che ogni volta che li vedo uscire da scuola mi basta guardare il loro viso per capire se c'è qualcosa che non va.
E' immediato.
Non è però immediato che mi venga detto "cosa" non va.
Allora lì ci vuole calma, sangue freddo, pazienza e la tattica giusta.
Una tattica diversa per ciascuno dei miei tre figli, per i due maschi e per la femmina, anche se la femmina è quella più "diretta".
Era da un po' che tenevo d'occhio Lorenzo, l'ho ascoltato attentamente perché a lui qualcosa non gli tornava.
Qualcosa del momento del playtime (ricreazione/momento del gioco libero) a scuola non gli andava bene.
Quelle sue lamentele "mamma i miei compagni giocano a giochi strani".
Lui vorrebbe giocare a giochi "intellettivi" con i suoi amici del tipo "io faccio la spia e tu cerchi gli indizi" oppure "fare i piccoli scienziati andando ad analizzare pezzi di piante nel cortile", ma i suoi compagni no. Per non essere escluso lui va a giocare con loro e si adatta ai loro giochi.
Il gioco si chiama Bulldog, una specie di "il gatto e il topo" dei miei tempi o qualcosa del genere, un gioco che Dani fa sempre al breakfast club con le maestre, che se viene fatto in maniera burbera può diventare pericoloso.
Lori mi ha parlato per giorni e giorni di un suo compagno, di uno che il gioco lo fa diventare violento, che spinge e picchia e dà calci.
Di uno che comanda gli altri.
Lori ha 8 anni, ha un elevato senso di giustizia per la sua età e si è ribellato a parole a questo bambino riprendendolo ogni volta che faceva il manesco con bambini e bambine, facendogli notare il potenziale rischio di far male ai suoi amici, senza risultato ovviamente, ma attirandosi solo la sua antipatia.
Il campanello d'allarme è suonato per me, perché ho percepito dalle sue parole che non era più un "gioco manesco tra maschi", ma qualcosa di diverso.
Che il bullismo fosse un problema serio nella scuola inglese, come credo lo sia in tante altre scuole in altre nazioni, lo sapevo già.
Mi è bastato visitare i primi siti delle scuole in UK, durante la fase di ricerca informazioni, per notare che in ogni singolo sito internet ufficiale degli istituti scolastici c'è una parte chiara ed in evidenza dedicata alla lotta contro il bullismo e via via, durante l'anno scolastico, parlano dell'argomento con gli studenti.
Non sapevo però quanto fossero preparate le insegnanti e soprattutto la "inclusion leader", una figura professionale chiave nella scuola in Gran Bretagna che si occupa dei casi di bambini con problemi specifici. Spesso è una psicologa o comunque una persona qualificata nel settore.
E' con lei che ho parlato, è lei che ha ascoltato le mie perplessità e diciamo pure le mie paure.
L'azione è stata immediata e decisa.
Prima un "circle time" della maestra nella quale ha invitato i bambini a raccontare se c'erano cose che non andavano nel momento del playtime, spronandoli a non dire mai il nome ma usando sempre "he" riferendosi a qualcuno, in modo tale che ognuno potesse sentirsi libero di esprimersi senza aver paura di eventuali ritorsioni.
Da lì poi i colloqui in privato tra la inclusion leader e Lorenzo e poi con gli altri bambini coinvolti.
Hanno scoperto che Lori non era il solo ad essere infastidito da quell'atteggiamento manesco, anche altri lo erano, ma nessuno lo ha detto ai genitori, nessuno lo ha raccontato, nessuno è andato a parlare con la inclusion leader.
Diciamo pure che nessuno, tra i supervisor del playtime si è accorto che quei bambini esageravano con i modi maneschi.
Questo mi ha stupito in tutta questa storia, questo mi ha fatto riflettere.
Probabilmente sono fortunata ad avere un bambino che mi racconta le cose, che sa esprimere le sue emozioni, ma non credo sia solo fortuna.
C'e' un attento lavoro di noi genitori, di attenzione, di propensione all'ascolto.
Questo dovrebbe essere l'atteggiamento da tenere con i nostri piccoli uomini che possono trovarsi in situazioni come queste e devono sapere di poter contare su noi adulti, sia noi genitori che il personale scolastico.
Il bambino in questione la mattina dopo essere stato punito per il suo "unacceptable behaviour" (comportamento inaccettabile) si è avvicinato a Lori e con fare quasi gentile lo ha invitato a giocare con gli altri amici. Sembra che il bambino in questione abbia capito, anche se Lorenzo dice che lui tiene gli occhi aperti e sta in allerta!
La linea tra il gioco dei maschi, spesso manesco, ed il bullismo è sottile ed è giusto ed importante fermare atteggiamenti sbagliati sul nascere.
Per quel bambino probabilmente era normale comportarsi così, giocare in quel modo, comandare gli altri e intimidirli con i suoi modi aggressivi e se nessuno glielo avesse fatto notare forse la situazione sarebbe scappata di mano.
E' importante che i bambini si sentano liberi di parlare e che abbiano fiducia negli adulti.
E' importante che gli adulti siano attenti e vigili, soprattutto nell'ambiente scolastico.
E' importante sensibilizzare adulti e bambini sull'argomento.
Quando ero bambina non si parlava di bullismo, credo che la parola nemmeno esistesse nel vocabolario italiano, ma io ricordo benissimo d'esserne stata vittima alle elementari, ma tutto veniva celato dietro un "sono bambini, è normale che si prendano in giro e facciano a botte!".
Dobbiamo essere ricettivi all'ascolto, captare i loro piccoli segnali. Come genitori abbiamo un compito importante che né la fretta, né i nostri impegni, né le nostre priorità devono farci dimenticare.
Insegniamo ai nostri figli a rispettare gli altri, rispettiamoci per primi noi in famiglia, al parco, per strada e insegniamo ai nostri figli che nessuno può permettersi di non rispettarli.
Se avete dimestichezza con l'inglese e se volete approfondire l'argomento bullismo, vi lascio alcuni link per i genitori dei bambini delle scuole inglesi e non solo:
www.childline.org.uk
www.pacerkidsagainstbullying.org
www.anti-bullyingalliance.org.uk
www.stopbullying.gov
www.pbskids.org
www.bullying.co.uk
www.bullybusters.org.uk
Se siete interessati ad approfondire la conoscenza del sistema scolastico inglese, qui trovate tutti gli articoli sull'argomento:
- Il sistema scolastico inglese
- 10 cose della scuola inglese che potrebbero sconvolgere una mamma italiana
- L'importanza dello sport nella scuola in Inghilterra
- L'iscrizione alla scuola primaria
- L'iscrizione alla scuola secondaria
- La pagella nella scuola inglese
- Le vacanze scolastiche nella scuola inglese
- L'inserimento nella scuola inglese
- L'emozione dell'ultimo giorno di scuola
- Scuola Secondaria inglese: come funziona e com'è organizzata
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